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lunedì 20 agosto 2012

ARTEMISIA-GIUDITTA?




Recentemente ho avuto l’occasione di vedere dal vivo il quadro “Giuditta che decapita Oloferne” di Artemisia Gentileschi, conservato agli Uffizi a Firenze. Devo dire che vederlo dal vivo fa un certo effetto, anzi, a dirla tutta, la scena fa quasi paura, molto di più di come ci si aspetterebbe vedendo il quadro riprodotto in Rete o su qualche testo d’arte.

Per esempio, non mi ero mai accorta che in questo quadro mentre le due donne cercano di ucciderlo l’uomo con una mano tenta di resistere respingendo la donna con l’abito rosso. Impossibile non fare il paragone tra la vita di Artemisia e questo quadro: lei, che subì violenza da un uomo, una doppia violenza, essendo Agostino Tassi amico del padre e maestro di pospettiva della stessa Artemisia-dipinge invece la violenza su un uomo, una violenza che fa orrore.

Artemisia nelle realtà venne anche tradita dall’amica Tuzia, che la lasciò sola in balia del suo aggressore. In “Giuditta che decapita Oloferne” invece le due donne sono solidali, accomunate dalla situazione. Una sorta di complicità femminile che Artemisia non sperimentò mai.

Considerazioni che hanno fatto discutere i critici dell’arte, proprio per le possibili implicazioni tra la vita e i drammi della pittrice e le sue opere. Artemisia, in questo quadro, si è immedesimata in Giuditta?

Lara Zavatteri

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